Introduzione
Dolce, succosa, profumata e dissetante: la pesca è il frutto che idrata il corpo nella calura estiva e integra i minerali persi, rigenerando l’organismo. Priva di grassi e povera di zuccheri è indicata anche per chi ha problemi di glicemia e nelle diete dimagranti.
Il pesco: un albero dai dolci frutti
Albero di medie dimensioni, il pesco ha il tronco robusto e ricoperto da corteccia verde e rossiccia. In primavera lo puoi riconoscere grazie ai suoi bei fiori rosa che appaiono prima delle foglie. Il frutto di questo albero è la succosa pesca, dal sapore dolce e dal fragrante profumo.
Se vogliamo coltivare la pianta sarà necessario un terreno sabbioso o argilloso. Sopporterà anche gli inverni rigidi, purché in zone ben soleggiate e poco ventose. Sulle zone costiere purtroppo viene danneggiata dalla salsedine. Accedi al test gratuito Scopri il tuo biotipo per migliorare la tua salute con consigli personalizzati
Un po’ di storia
Il pesco non è originario della Persia, come a lungo si è creduto. Le ricerche gli attribuiscono come patria la Cina, nazione dove cresce allo stato spontaneo e in cui probabilmente era noto già duemila anni prima della nascita di Cristo.
Poi dalla Cina il pesco si diffuse in Persia, e da qui, forse ad opera di Alessandro Magno, arrivò al mondo greco – romano: furono proprio i romani a diffondere sul continente europeo la coltura di quest’albero dai frutti dolci e profumati.
Il pesco arrivò solo successivamente in America meridionale, con gli spagnoli, nel corso del XVI secolo. Un secolo più tardi apparve in California. Nel XIX secolo il pesco raggiunse l’Australia e, solo agli inizi del XX secolo, l’Africa.
Oggi il pesco è uno dei frutti più coltivati in tutti i paesi dal clima temperato. L’Italia è uno dei maggiori produttori, tanto è vero che circa l’80 per cento delle pesche consumate fresche sul mercato europeo proviene dal nostro paese, soprattutto nel Veneto, in Emilia – Romagna e in Campania.
Le varietà delle pesche
Le varietà di pesche attualmente coltivate sono davvero numerose: sfruttando le differenze climatiche tra le diverse zone di produzione, sono state predisposte coltivazioni in grado di far arrivare alle nostre tavole il dolce frutto da maggio alla fine di settembre.
Ecco le varietà principali:
- “grossa gialla di Verona”: a polpa gialla
- “hale”: precoce e diffusa nel ravennate a frutto globoso giallo con polpa succosa gialla, soda e zuccherina
- “fior di maggio o mayflower”: precoce, grossa, rossa e carnosa con polpa bianca striata di rosso vicino alla buccia
- “amsden”: media, colorita al sole e verdastra sul lato in ombra a polpa bianco – verdastra,
- “bella di Lugo”: a polpa bianca, succosa e profumatissima
- “glohaven”, “loadel” “duracine”, varietà di pesca col nocciolo aderente alla polpa, conservano la propria forma anche cotte, per cui sono utilizzate di preferenza nelle preparazioni industriali.
- “spiccagnole o spicca nocciolo”, varietà a nocciolo facilmente staccabile sono generalmente inviate al consumo diretto.
- Altre varietà vengono attualmente messe a dimora nei giardini come piante ornamentali.
La classificazione
La classificazione delle pesche viene fatta in base alle foglie, ai fiori e al frutto: per esempio in base alla grandezza, al colore, alla consistenza, alla presenza o meno della peluria, all’aderenza del nocciolo alla polpa e così via. Ma la classificazione più importante dal punto di vista pratico è quella basata sull’epoca di maturazione, che in Italia, data la particolare disposizione geografica della penisola, avviene in tempi sensibilmente diversi. Dalle varietà dette “precocissime” che maturano a fine maggio, si passa attraverso le “lugliatiche”, le “agostane” e le “settembrine” fino ad arrivare alle “molto tardive” che maturano a fine ottobre.
Le varietà principali
Oggi esistono innumerevoli varietà di pesche. Soprattutto in California ne sono state create molte, ognuna con diverse caratteristiche. Ecco le principali.
- Le pesche comuni, sono quelle tradizionali, con la buccia coperta da una leggera peluria. Le varietà a polpa bianca, più saporite, sono però più difficili da conservare e vengono quindi scartate dai produttori, che preferiscono frutti più resistenti per allungare i tempi della commercializzazione.
- Le pesche noci, dalla pelle liscia e dalle dimensioni in genere ridotte, sono molto diffuse perché si conservano più a lungo delle altre, e perché il consumatore ha dimostrato di preferire questo frutto liscio al tatto, meno fastidioso al palato quando viene mangiato con la buccia.
- Le percoche (o percocche) hanno la buccia giallo – verde e la consistenza piuttosto soda. Vengono utilizzate soprattutto dall’industria, per la preparazione di confetture e frutta sciroppata.
- Le tabacchiera, dette anche Saturnina o Saturnia, sono di dimensione medio piccola, dalla forma schiacciata come una tabacchiera e dal sapore intenso ma dolce. La polpa è morbida e molto profumata. La qualità è nettamente superiore a quella delle più diffuse, di tipo sferico, rispetto alle quali ha un contenuto zuccherino molto più alto.
Proprietà delle pesche: gli aspetti nutrizionali
Ricca di vitamine, saporita e dissetante (contiene circa l’85 per cento di acqua), la pesca è un frutto dolce ma povero di zuccheri. E’ ricca di vitamina A, soprattutto le varietà a polpa gialla. Come i frutti e le verdure di questo colore, è ricca inoltre di beta – carotene (da cui deriva la vitamina A), una sostanza che preserva la pelle e gli occhi dalle malattie e che, secondo recenti studi, può prevenire i tumori.
La pesca è ricca anche di potassio, di fluoro, contiene ferro e molti altri minerali quali zolfo, magnesio, iodio, zinco, rame e manganese. E’ invece povera di calcio, e non eccelle per la presenza di vitamine del gruppo B e della C.
Non mancano invece i tannini e gli acidi organici come il malico, il citrico e tracce di acido ossalico. Un frutto così aromatico non poteva non possedere anche una ragguardevole quota di sostanze aromatiche: esse fra l’altro contengono linalolo, acido acetico, formico valerianico caprilico, e inoltre tracce di aldeide acetica e furfurolo.
Tab. 1. Composizione chimica e valore energetico per 100 g di parte edibile.
Pesca | |
Parte edibile % | 91 |
Acqua g | 90,7 |
Proteine | 0,8 |
Lipidi | 0,1 |
Glucidi dispon. | 6,1 |
Fibra alimentare | 1,6 |
Calorie kcal | 27 |
Sodio mg | 3 |
Potassio | 260 |
Ferro | 0,4 |
Calcio | 4 |
Fosforo | 20 |
Vit. B1 | 0,01 |
Vit. B2 | 0,03 |
Vit. PP | 0,5 |
Vit. A (Retin. eq.) mcg | 27 |
Vit. C | 4 |
Colesterolo | 0 |
Benefici delle pesche: aspetti curativi
Frutto prettamente idratante e mineralizzante, la pesca è particolarmente dissetante: reintegra l’organismo dei liquidi e dei sali minerali persi durante la stagione calda.
Utile quindi per la depurazione dell’organismo, grazie all’azione drenante, diuretica. Ne beneficiano in particolare i reni e le vie urinarie.
Le pesche inoltre apportano poche calorie e hanno un indice glicemico molto basso, il che significa che quando le mangi rilasciano i loro zuccheri nell’organismo molto lentamente. Per questo la glicemia si mantiene stabile e per un po’ di tempo non provi il desiderio di mangiare altro.
La pesca svolge anche un’azione blandamente lassativa, stimolante della secrezione cloro – peptica, rinfrescante, antiacida e preventiva delle concrezioni calcaree delle vie urinarie.
Aiuta inoltre a prevenire la formazione di radicali liberi.
E benefica per tutti nella la stagione calda, ma in particolare ai soggetti pletorici, iperglicemici (con moderazione) e ipercolesterolemici, in caso di stipsi, di ritenzione urinaria e di dispepsie ipocloridriche, di acidosi, di iperuricemia e di tendenza alla renella e ai calcoli renali. Grazie al suo basso contenuto in zuccheri e calorico è indicata anche per i diabetici (al massimo 2 o 3 frutti al giorno) e alle persone in sovrappeso.
E ancora, è l’ideale anche per gli ipertesi, perché contiene molto potassio e poco sodio.
Come acquistare le pesche
Al momento dell’acquisto, è meglio scegliere frutti piccoli, perché in genere sono più saporiti. Le pesche grandi di solito hanno una consistenza più acquosa. Se sono mature, vanno conservate in frigorifero. Altrimenti a temperatura ambiente, ma per non più di due o tre giorni.
Come consumare le pesche: aspetti culinari
La pesca, oltre al suo consumo allo stato fresco o essiccato, si presta alla conservazione e quindi a tanti usi culinari: con questo frutto si preparano salse, creme, gelatine, marmellate, gelati, sorbetti, spumoni. La pesca può essere essiccata, sciroppata e anche surgelata.
Preparazioni famose sono:
- le pesche sciroppate
- i nettari (succhi densi) di pesca,
- le marmellate e gelatine di pesca
Le preparazioni a base di pesca sono ingrediente ideali di gelati e dolci di vario tipo, fra cui torte, crostate, strudel e altro. Questo frutto è uno dei più usati in pasticceria. Il suo sapore dolce e delicato si abbina infatti facilmente a qualsiasi preparazione. Oltre che per macedonie, quando è fresca viene utilizzata tagliata a fette su crostate e tartine, oppure diventa l’ingrediente base di soufflé e budini.
Uno spuntino leggero
Le pesche sono uno spuntino ideale perché saziano e tolgono gli attacchi di fame.
- Frullate. Anche in questa forma sono molto sazianti. Non aggiungere latte, prova a mescolarle con succo d’arancia.
- Con cannella. È una combinazione di sapori esplosiva, inoltre questa spezia ha un effetto termogenico, cioè innalza la temperatura corporea e ti aiuta a bruciare i grassi.
Consigli pratici: meglio con la buccia?
Soggetto agli attacchi degli insetti e alle malattie, oltre che sensibile ai bruschi sbalzi di temperatura, la pesca è un frutto molto delicato. Anche durante la distribuzione deve essere maneggiata con cura, per evitare che la sua polpa morbida venga ammaccata.
Una volta sbucciata la pesca va incontro in breve tempo a fenomeni ossidativi che la fanno diventare scura: è buona norma bagnare la polpa in succo di limone (l’acido ascorbico è un ottimo antiossidante).
Diverse vitamine presenti nelle pesche sono localizzate nella parte interna della buccia. In teoria sarebbe quindi meglio mangiare questo frutto senza sbucciarlo, per godere appieno del suo apporto vitaminico. In pratica, però, la peluria della pesca trattiene gli antiparassitari e la polvere più di quanto non facciano le bucce lisce di altri frutti. Per questo motivo, se si mangiano le pesche con la buccia, è bene accertarsi prima dell’acquisto che si tratti di prodotti non trattati chimicamente. E, comunque, è sempre buona norma strofinare con una pezzuola inumidita e poi lavare accuratamente i frutti prima di consumarli. Inoltre, in caso di colite, colon irritabile o di meteorismo, il frutto va mangiato sempre senza buccia.
Per la bellezza: maschere alla pesca
Sulla pelle, la polpa di pesca schiacciata viene tradizionalmente utilizzata in maschere dall’effetto addolcente e vellutante che fanno assumere il riflesso opalino alla cute normale o secca. La stessa polpa di pesca è utile per pulire e rendere morbida la pelle.
Per te che hai letto l’articolo
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Dr. Simona Oberhammer